Corriere della Sera – Quando la falegnameria si ispira a Montessori. E il legno diventa un gioco

Corriere della Sera – Falegnameria Faustini

di Peppe Aquaro

L’azienda di Carla e Bruno Faustini, «pazza» avventura in Trentino. Kit didattici e i giocattoli in legno per scuole italiane e del Nord Europa.

Era qualcuno le dicesse che, dedicandosi totalmente al progetto, ha finito per assomigliare anche un po’ fisicamente alla Montessori? «Per me sarebbe un onore», risponde Carla Bellini, moglie e braccio destro di Bruno Faustini, quarta generazione trentina della falegnameria nata in Val di Cembra, nel 1850, e trasferitasi, dal 1934, a Faedo, un comune di seicento anime. Figurarsi se qui, nel cuore della Piana Rotaliana, non conoscono i Faustini. Per capirci: se c’è da aggiustare un infisso o una porta che cigola è da loro che si corre immediatamente. Quella mattina, però, il figlio di una maestra di Lavis, amica di famiglia, si era rivolta ai Faustini per un altro motivo: «Ci chiese se fossimo stati in grado di riparare il casellario dei fuselli, quello che serve ai bambini per i primissimi esercizi di conteggio», ricorda la signora Carla.

La maestra fu talmente entusiasta della riparazione che le balenò un’idea, ricordandosi che a Trento, in quei giorni, stavano organizzando dei corsi montessoriani per insegnanti: chiese ai Faustini se avessero avuto voglia di costruire da zero dei materiali didattici montessoriani. «Incoscientemente le abbiamo risposto subito di sì. E ci siamo buttati in questa pazza impresa», ricorda Carla. Torre Rosa e Scala dei prismi sono stati i primi oggetti prodotti. «Le insegnanti si sono dimostrare subito entusiaste, spronandoci a continuare. Che cosa sapevo della Montessori prima di questo incarico? Proprio nulla», dice candidamente Carla, la quale ha iniziato però a leggere tutto ciò che c’era da leggere sull’educatrice e pedagogista marchigiana: «Dai libri agli oggetti: mi sono vista persino la fiction con la Cortellesi».

Ordini in espansione

Intanto, le ordinazioni aumentavano e il lavoro diventava sempre più impegnativo: «Sin da subito, abbiamo pensato di riprodurre i giochi per l’apprendimento nello stesso materiale voluto dalla Montessori: niente plastica, solo legno». Una attenzione ai particolari che li ha spinti, per esempio, a ripresentare le aste delle lunghezze, di colore blu, e non nero, per una misura di tre per tre centimetri, invece dei due centimetri e mezzo . Il legno? Di faggio, tipico del Trentino, e non di abete: «Sarebbe stato troppo nodoso». Crescendo le ordinazioni, per le scuole materne ed elementari italiane, ma anche austriache e svizzere, si è reso necessario ricorrere a macchinari più sofisticati, come il laser per i tagli più complicati.

Il bando «Montagna»

«Ne abbiamo comprata una che era a fine vita – si trattava di una spesa importante – ma siamo riusciti a rimetterla in sesto: non era il massimo, però ci siamo subito accorti quanto fosse indispensabile possederne una», osserva Bruno, il marito di Carla. Un altro passaggio indispensabile per la falegnameria è stato riuscire a possedere una macchina per il controllo numerico. E siamo alla novità più recente: il bando «Montagna», una misura gestita da Trentino Sviluppo e voluta dalla Provincia per incentivare l’economia dei piccoli Comuni trentini, e che permetterà ai Faustini di tagliare alla perfezione, grazie ad una nuovissima macchina laser, gli schedari delle nomenclature, la cassettiera musicale, le librerie, le sedie, i tavoli e le perle per imparare a contare.

Irene, pensaci tu

«In attesa che Irene si decida a tornare da noi: perché qui c’è tanto da lavorare – ormai, la produzione di kit didattici montessoriani vale il 50 per centro del fatturato – abbiamo ordinazioni da diversi Paesi del Nord Europa», spiegano i genitori della ragazza, una delle tre loro figlie, prossima alla laurea in Design all’università di Firenze, da dove tornerà per mettere in pratica le strategie apprese durante gli anni di studio.

«Ma è come se fosse già con noi: l’altro giorno, le ho fatto una videochiamata perché avevamo dei problemi con la nuova macchina a controllo numerico. In un secondo mi ha risolto tutto». Qui, in falegnameria, dove sono passati da cinque a sei dipendenti, dell’Irene ne hanno bisogno come il pane. Non fosse altro che per aggiungere con un lapis il nome della quinta generazione dei Faustini. Falegnami folgorati sulla via della Montessori.